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Università degli Studi di Pavia

Il Dipartimento di Scienze della Terra e dell'ambiente (DSTA), dell'Università di Pavia, è stato fondato nel 2011. Svolge attività di ricerca nel campo delle Scienze geologiche, naturali e ambientali, basate su competenze multidisciplinari. Tra i vari settori scientifici in cui opera, indichiamo quelli relativi all'unità operativa Ecologia del paesaggio:  la ricerca su entità medicinali autoctone; lo studio della flora e della vegetazione in habitat naturali o antropici di aree protette o soggetti al regime di protezione ambientale; l'interazione tra piante e fauna e tra piante e fattori ambientali; la gestione del patrimonio botanico; la banca dei semi; la reintroduzione delle specie, le azioni di restauro ambientale con particolare riferimento agli habitat rari e alle aree boschive mediante un approccio naturalistico. Questi studi sono applicati nella Pianura Padana e nell'Appennino settentrionale. DSTA gestisce la Riserva Naturale Integrale “Bosco S. Negri”, che comprende l'H92F0 e un'area aperta, recentemente acquistata, dedicata al ripristino della vegetazione naturale. La Riserva è situata nel SAC IT2080014 “Boschi Siro Negri e Moriano”.

Il Dipartimento DSTA collabora attivamente con gli organi di gestione delle aree protette per l'elaborazione di piani di gestione e per l'attuazione di interventi di gestione. Di recente ha collaborato, sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Silvia Assini, con la Provincia di Pavia e il Parco del Lombardo Ticino al monitoraggio degli habitat Natura 2000, al riempimento dei Formulari standard Natura 2000 (per due nuovi pSCI), e la redazione di un piano d'azione per le specie minacciate. Inoltre il DSTA, sempre sotto la direzione scientifica della dott.ssa Silvia Assini (membro del Consiglio di Presidenza della Società Italiana di Scienze della Vegetazione), ha recentemente collaborato alla realizzazione del Manuale per il monitoraggio degli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43 / CEE ) in Italia, alla realizzazione della Lista rossa europea degli habitat e del IV ex art. 17.

http://www.unipv.eu
http://www.sciter.unipv.eu/site/home.html

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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali (BiGeA) ha la sua mission nella ricerca e didattica delle Scienze della Terra e della Vita, e nella loro integrazione (Scienze dell'Ambiente). In questo senso la costituzione del Dipartimento BiGeA rappresenta un'opportunità unica per stimolare un comune ed integrato approccio alla conoscenza del pianeta e degli esseri viventi che lo popolano, sia in ambito scientifico, attraverso l'approccio multidisciplinare, sia in ambito didattico.

All’interno del BiGeA opera il Gruppo di Ricerca “Diversità, Ecologia e Conservazione delle piante” che si occupa dello studio della diversità vegetale a diversi livelli di organizzazione. In particolare, una linea di ricerca è dedicata all’Ecologia della vegetazione, macroecologia e biogeografia ed ha come obiettivo la descrizione e l’analisi predittiva dei pattern di biodiversità vegetale a diverse scale spaziali e temporali, con l’obiettivo di comprendere i fattori ecologici (naturali e antropogenici) che li determinano. La risposta delle comunità vegetali viene valutata soprattutto in termini di diversità (specifica, composizionale), applicando approcci statistici e modellistici su dataset derivanti sia da studi di campo, sia da grandi database distribuzionali in cui la componente vegetale è valutata lungo ampi gradienti ecologico-ambientali. Nei nostri studi, i principali organismi target sono le piante vascolari, i licheni e le briofite, ma spesso adottiamo un approccio multi-taxon che prevede l’analisi anche di altre componenti dell’ecosistema. Particolare interesse viene riposto sullo sviluppo di approcci metodologici per il rilevamento e il disegno di campionamento, aspetti fondamentali per assicurare riproducibilità e comparabilità ai dati di biodiversità in un’ottica di valutazione e monitoraggio degli habitat e degli ecosistemi.

http://www.bigea.unibo.it/it/dipartimento

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Parco Lombardo della Valle del Ticino

Il Parco lombardo del Ticino, primo parco regionale in Italia, nasce nel 1974 per difendere il fiume e i numerosi ambienti naturali della Valle del Ticino dagli attacchi dell’industrializzazione e di un’urbanizzazione sempre più invasiva. L’Ente che gestisce il Parco, di cui fanno parte 3 Province e 47 Comuni, governa un territorio di oltre 92 mila ettari, applicando un sistema di protezione differenziata alle aree naturali, agricole e urbane. L’obiettivo è conciliare le esigenze della protezione ambientale con quelle sociali ed economiche delle numerose comunità presenti nell’area, una delle più densamente popolate d’Italia. Nel Parco del Ticino sono stati individuati 14 ZSC, e 1 ZPS, che interessano le aree più naturali e coprono complessivamente circa 23.000 ettari. Da quando, nel 2003, la Regione Lombardia ha individuato il Parco del Ticino quale gestore di questi siti, l’ente si è adoperato per garantire un adeguato livello di tutela e acquisire una sempre maggior consapevolezza del proprio patrimonio.

Grazie alla predisposizione dei Piani di Gestione, il Parco ha potuto attivare, ove le risorse lo hanno consentito, diversi progetti che hanno permesso di intervenire sulle principali criticità. Ad esempio recentemente sono stati effettuati due interventi pilota, che hanno avuto come obiettivo il miglioramento dello stato di conservazione dell’Habitat 4030 “Lande secche europee” nella ZSC Brughiera del Dosso (attraverso il mantenimento della struttura aperta e l’arretramento delle dinamiche di forestazione, con l’eliminazione degli esemplari arborei, in particolare Robinia pseudoacacia e Prunus serotina) e il restocking di specie vegetali a rischio di estinzione (es. Corynephorus canescens).

http://www.parcoticino.it

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Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino > dal 2021: Aree protette Po piemontese.

L’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino (“Ente-Parco”) è un ente strumentale della Regione Piemonte che si occupa di 11 Riserve naturali, 1 Parco naturale, 7 ZSC, 3 SIC e 5 ZPS. La parte principale si estende lungo il fiume Po per circa 90 chilometri a valle della confluenza con la Dora Baltea, in cui confluiscono anche Sesia e Tanaro, fino ad arrivare alla confluenza con la Scrivia: una grande varietà di habitat, uniti armoniosamente dal corso d’acqua. A un primo esame il paesaggio è caratterizzato da due elementi prevalenti: la piana risicola vercellese - dove spiccano le Riserve naturali della Palude di San Genuario e di Fontana Gigante e il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino – su cui si affacciano le colline del Monferrato. Le finalità istitutive riguardano l’incremento della naturalità, attraverso la ricostruzione di habitat, e la conservazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche e storiche, con attenzione alla ricerca scientifica e alle attività educative e culturali. Tramite la pianificazione territoriale e socio-economica, l’Ente-Parco ha stabilito buone relazioni con le realtà locali (30 comuni). Questi, con l’aggiunta di altrI 24 comuni confinanti, costituiscono l’Area Turistica del Parco Fluviale del Po. Lo “Sportello Infofiume”, creato dall’Ente-Parco, fornisce supporto tecnico sulle procedure per accedere ai fondi per lo sviluppo sostenibile.

Dal 2001 al 2005 l’Ente-Parco, in associazione con il Centro Ricerche ENEA di Saluggia, ha gestito il progetto LIFE00 NAT/IT/007209 “Conservazione e gestione della Palude di San Genuario”.
Dal 2010 al 2014 l’Ente-Parco, in associazione con la Provincia di Vercelli (capofila), il Parco del Po e della Collina Torinese e il Parco del Bosco della Partecipanza di Trino, ha attuato il progetto LIFE NAT/IT/000093 Eco-Rice “Le risaie del vercellese: programma integrato per la riqualificazione ambientale e la gestione sostenibile”.

Dal gennaio 2021 l’Ente di gestione delle Aree protette del Po torinese si è fuso con l’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino andando a costituire l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese. (vd. articolo QUI)

www.parcopopiemontese.it

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Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore

L’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, che si estende nelle province di Novara, Vercelli, Biella e Verbano Cusio Ossola, governa una superficie totale di 14.235 ettari. Quest’ultima è caratterizzata da una notevole varietà di ambienti (zone umide, lanche, brughiere, boschi, prati, coltivi, canali e ghiareti), influenzati dall’azione dei fiumi Sesia e Ticino.

Le aree gestite sono le seguenti: i Parchi naturali del Ticino (ZSC-ZPS IT1150001), dei Lagoni di Mercurago (ZSC IT1150002) e delle Lame del Sesia e Isolone di Oldenico (ZSC-ZPS IT1120010); le Riserve naturali dei Canneti di Dormelletto (ZSC-ZPS IT1150004), Fondo Toce (ZSC-ZPS IT1140001), Bosco Solivo, Parco Burcina Felice Piacenza, palude di Casalbeltrame (ZSC-ZPS IT1120005), Monte Mesma, Colle di Buccione, delle Baragge di Bellinzago (ZSC IT1150008), Rovasenda (ZSC IT1120004), Candelo (ZSC IT1130003) e Piano Rosa (ZSC IT1150007), delle Garzaie di Villarboit, Carisio (ZSC-ZPS IT1120005) e Rio Druma (ZSC-ZPS IT1120014),e la Riserva speciale della Bessa (ZSC IT1130001).

Il Parco ha come finalità, oltre alla protezione e conservazione della natura, anche la fruizione sociale dei beni ambientali, paesaggistici ed ecologici. Nel corso degli anni, ha attivato numerosi progetti scientifici, fra cui il progetto Lontra, Testuggine Palustre, Rondine, Monitoraggio Beccaccia, Qualità dell’aria, Gambero di Fiume, Energia Rinnovabile, Agricoltura.

Inoltre, l’Ente è stato beneficiario del LIFE 00NAT/IT/007233 “Pelobates project in the Ticino Valley Natural Park of Piedmont” nel periodo 2001-2003.

http://www.parcoticinolagomaggiore.it

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Associazione Rete degli Orti Botanici della Lombardia

La Rete degli Orti Botanici della Lombardia si è costituita in Associazione nel 2009. Scopi dell’Associazione sono, tra gli altri, la tutela, la conoscenza, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale vegetale degli Orti Botanici della natura e dell’ambiente, con particolare attenzione alla conservazione delle piante, di specie e cenosi minacciate. La Rete vanta una particolare esperienza in ambito educativo, formativo e della divulgazione.

Collabora, fin dal 2009, con il BGEN-Botanic Garden Educational Network, per quanto riguarda l’utilizzo dell’Interpretazione ambientale come approccio alla mediazione del patrimonio. É stata partner del Progetto EST, Educare alla Scienza e alla Tecnologia, promosso da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, per la proposta di una didattica informale attraverso la metodologia hands-on, acquisita e utilizzata correntemente dai Servizi Educativi; è nell’Advisory Group del progetto europeo INQUIRE per la diffusione dell’insegnamento delle scienze attraverso l’approccio investigativo IBSE-Inquiry Based Science Education e collabora con il MUSE di Trento, partner italiano del progetto.

La Rete ha scelto di investire nella propria formazione per la strutturazione di competenze nell’ambito della divulgazione scientifica per porsi come interfaccia tra il mondo della ricerca effettuata negli Orti botanici ed il pubblico sia generico (circa 500.000 visitatori all’anno frequentano gli Orti lombardi) sia scolastico (20.000 studenti coinvolti nello scorso anno scolastico). Dal 2013-14, nell'ambito del progetto Growing the network, growing in the network, ha realizzato 1 Mostra itinerante (15 tappe, oltre 60.000 visitatori), 6 pubblicazioni, 8 corsi di formazione per docenti e per educatori museali, con parte-cipanti da tutta Italia, 27 workshop e incontri per il pubblico, oltre ad eventi nei 7 Orti botanici. Ha partecipato al progetto Learn to Engage - Engaging a wrider audience for museums and Botanic gardens (Erasmus+) e collabora con Ersaf lombardia per alcuni aspetti divulgativi del progetto LifeGestire.

www.reteortibotanicilombardia.it

LIFE18 NAT/IT/000803

The Drylands project is funded by the LIFE Programme of the European Union

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