Con il nuovo anno, abbiamo ripreso a pieno ritmo le attività di restauro degli habitat target nelle aree di intervento del progetto.
In questi giorni ci troviamo a Isola S. Antonio, nel Parco del Po piemontese e nella Baraggia di Rovasenda, nel Comune di Lenta (VC). Gli interventi intrapresi sono diversi perché sia le caratteristiche degli habitat che il loro stato di conservazione sono differenti.
A Isola S. Antonio stiamo ricostruendo ex-novo la prateria arida (Habitat 6210) il cui processo prevede le seguenti 3 fasi:
1. prima di tutto la trinciatura e rimozione ? delle specie esotiche invasive, in particolare degli arbusti di Amorpha fruticosa e dei giovani individui di Robinia pseudoacacia. Nell’immagine di copertina è ben visibile il risultato della rimozione degli arbusti di Amorpha.
Mentre per gli individui adulti e di grandi dimensioni sono previsti altri tipi di trattamento:
– per gli esemplari di Robinia verso la primavera si utilizzerà l’endoterapia, cioè la somministrazione di sostanze chimiche direttamente all’interno dei vasi delle piante;
– diversa sorte per il sambuco (Sambucus nigra), che essendo una specie nativa, saranno mantenuti i grandi esemplari per garantire condizioni ecotonali e più ombreggiate sotto la loro chioma.
2. Seguirà la tecnica del sod-cutting che prevede la scarificazione (asporto) dei primi 15 cm di substrato.
3. Infine si procederà con la distribuzione del fiorume (sementi) raccolto quest’estate in un sito donatore che già ospita l’habitat 6210.
A differenza di Isola S. Antonio, nella Baraggia di Rovasenda stiamo restaurando due aree di brughiera (Habitat 4030) per cui è stato scelto di utilizzare la tecnica di ranghinatura ? necessaria per rimuovere la vegetazione erbacea secca, in questo caso costituita dalla graminacea Molinia arundinacea, senza danneggiare gli individui di Calluna vulgaris.
Il materiale secco viene poi accumulato in lunghi cumuli paralleli, detti andane, per essere infine raccolto e portato via.
Continuano le azioni concrete del progetto… stay tuned ??